Moto Guzzi: una «Storia Italiana»
Il tempo si trasforma in storia quando, guardandosi indietro, ci si accorge di essere riusciti a catturare e a custodire in una visione l’essenza di quel tempo: è il caso di Moto Guzzi, un marchio ormai iconico, se non addirittura leggendario, e noto anche i profani del settore motociclistico, capace di concentrare e mescolare tradizione e innovazione in veicoli dal carattere unico.
Dal 2014 la Moto Guzzi S.p.A. fa parte del Gruppo Piaggio e nel corso dei decenni l’azienda ha prodotto più di cinquanta modelli, ma questa «Storia Italiana» ha radici profonde che risalgono a più di un secolo fa. Tutto ha inizio a Genova nel 1921, quando Carlo Guzzi e Giorgio Parodi, aviatori reduci dalla Prima guerra mondiale, uniscono le loro forze per realizzare un sogno comune: dare vita una casa costruttrice di motociclette, attualmente la più antica d’Europa. Nasce così la Società Anonima Moto Guzzi, con sede legale presso il capoluogo ligure e sede produttiva a Mandello del Lario, una località situata sulla sponda orientale del lago di Como, in provincia di Lecco.
Da allora Moto Guzzi è sinonimo di potenza e affidabilità, ma anche esempio evidente di ricerca di un’inconfondibile cifra estetica, a partire dalla mitica aquila, simbolo dell’azienda.
Il volo dell’aquila
Il primo modello sperimentale di Moto Guzzi, un prototipo chiamato G.P. 500, presentava sul serbatoio un logo formato da un semplice rombo, al cui interno era racchiusa la stessa sigla di quel nome: GP. Quest’ultima indicava chiaramente le iniziali dei cognomi Guzzi e Parodi, i due soci fondatori dell’azienda. In seguito, per evitare fraintendimenti con le iniziali del solo Giorgio Parodi, si decise di adottare come emblema la maestosa aquila della Regia Marina per ricordare Giovanni Ravelli, a sua volta aviatore e reduce dalla Grande guerra, nonché co-ispiratore del progetto, prematuramente scomparso nel 1919, dopo essere tragicamente precipitato durante un volo di collaudo. Purtroppo Ravelli, a differenza di Guzzi e Parodi, non ebbe modo di realizzare quel sogno che, attraverso una passione profonda per la meccanica, lo legava ai suoi amici e compagni d’arme. La dedica a Ravelli, oltre a essere un emozionante omaggio, consisteva in un auspicio favorevole a ogni pilota che, in sella a una Moto Guzzi, avrebbe sfrecciato lungo le strade di tutto il mondo protetto dalle vigorose ali del re dei rapaci. Ancora oggi quell’aquila veglia sui guzzisti, portando con sé l’odore dell’asfalto e il sapore inconfondibile di una storia prodigiosa e memorabile.
Una pietra miliare: la prima V7
La Guzzi V7 rappresenta da decenni un vero e proprio modello di culto, non solo tra i motocicli di questa casa grande produttrice. La V7 fu presentata per la prima volta al Salone del Ciclo e del Motociclo di Milano del 1965, ottenendo sin da subito un enorme successo. Questo piccolo capolavoro a due ruote diventerà, nel corso dei decenni, l’oggetto del desiderio di generazioni e generazioni di motociclisti. La particolarità della V7 consiste nell’essere la prima moto con motore a V trasversale, che garantisce stabilità e dunque piacere alla guida. Tale caratteristica ha contribuito al successo della Moto Guzzi, specializzata proprio nella produzione di motori bicilindrici a V di novanta gradi.
La V7 Sport e la vocazione per il turismo sportivo
Nel 1957 la Moto Guzzi si era ritirata dal Campionato del mondo di velocità, dopo aver partecipato ad alcune edizioni della competizione. Nonostante ciò, l’azienda non perse la sua vocazione per l’assetto sportivo. La natura di un prodotto, come quella di un essere vivente, può essere smussata e modificata, ma non può dimenticare la sua predisposizione. Perciò nel 1971, a distanza di ben quattordici anni, all’interno dello stabilimento di Mandello del Lario, venne assemblata la Moto Guzzi V7 Sport: fu il primo soffio che diede vita a una motocicletta che per il suo fascino si affermò rapidamente come modello di riferimento per gli amanti del turismo sportivo. Si tratta di un fascino senza tempo, tipico di tutto ciò che è destinato a resistere, tanto da durare ancora oggi senza tradire le aspettative, neanche quelle dei bikers più esigenti.